Mi manco. Mi manco.
Diceva Paolo.
Oh Dio, quanto mi
manco.
Quelle notti da solo,
quel silenzio,
quelle chiacchiere con me stesso…
Mi mancano.
Quel tempo. Quel che
fui.
Chi sono? Non sono più
chi ero.
Non so più chi sono.
Non so più chi sono.
Chi sono adesso?
Dov’è quell'altro?
Mi manca. Mi manco.
Quel sorriso che ero
in grado di regalare.
Quel trascorrere. Quel
ritmo.
Il mio proprio ritmo.
Mi manca. Pensava Paolo.
Però non cambiava. Non cambia. Non cambierà.
È rimasto, rimane e rimarrà in questo posto.
Dove gli manca l’aria, lo spazio, la libertà.
Dove gli mancano le ale. Dove abbonda la nostalgia.
Almeno, ogni tanto, si permette dei momenti per fantasticare.
E allora si sente diverso. Ribelle. Vivo.
Si sente lui.
Mi manco. Mi mancherò
tanto.
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